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Il Cloud della PA è senza strategia: impariamo dalla pubblica amministrazione estera

Oggi, la diffusione del Cloud nei singoli enti del settore pubblico italiano appare più maturo rispetto a qualche anno fa. La Ricerca dell’Osservatorio Cloud per la Pubblica Amministrazione della School of Management del Politecnico di Milano ha censito circa 100 iniziative della PA Italiana, a livello centrale, passando per le Regioni e interessando realtà locali come enti sanitari o comuni. Le amministrazioni hanno realizzato, nel loro piccolo, iniziative interessanti. Ma la maturità dei singoli enti non corrisponde ad un percorso strategico e condiviso messo in atto dal “Sistema Paese”.

Le best practice estere alle quali l’Italia potrebbe ispirarsi mostrano un approccio sistematico che si è tradotto nell’approvazione di piani strategici di lungo termine e nella costituzione di enti ad hoc che si fanno carico dell’implementazione degli stessi. Inoltre, i Paesi virtuosi agiscono su più fronti: alla necessaria razionalizzazione e consolidamento del patrimonio infrastrutturale segue sempre un ripensamento degli applicativi, in ottica di standardizzazione e riuso per consentire interoperabilità tra gli enti e quindi migliorare l’interazione con i cittadini e le imprese. Tutto ciò, senza prescindere da una normativa prescrittiva e abilitante.

In Italia dunque la buona volontà degli enti ha determinato la proliferazione di iniziative inizialmente mosse dalla necessità di conseguire risparmi di costo, poi tramutate nel conseguimento e nell’offerta di nuovi servizi. Tuttavia, il maggior valore aggiunto si otterrebbe da iniziative di collaborazione tra enti della Pubblica Amministrazione, che invece sono rare dal momento che la loro attuazione richiede la presenza di una governance centralizzata in grado di farsi carico di individuare obiettivi di lungo termine ai quali tendere in modo congiunto e che apporti maggior valore aggiunto ai processi consentendo agli enti di dialogare tra loro.

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